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L'Italia è per sempre

Tre mesi e mezzo (????)

Spinta da anni di ricerca di un lavoro in Italia certa di un lavoro all'estero prendo e parto. Casa svuotata, auto venduta, due valigie piene di entusiasmo e libertà. Ogni sera trasmissioni di giovani che cercano e trovano fortuna

Mollo tutto e me ne vado; fanculo a tutti i problemi, volto pagina :Inghilterra;

A 53 anni non è come si legge nei giornali o come raccontano i ragazzi in TV.

Penso che alla mia età avvertirò la mancanza del mio paese in modo completamente diverso. Mi adatto, mi sono sempre adattata, mi arrangio in ogni modo, mi do da fare, ma....

Qui tutto è sotto controllo e molto cose non si sanno.

Ci sono blog dove le persone scrivono ma sono controllati.

Tutto tutto è scritto, documentato, protocollato, tutto è check

Anche i giochi dei bambini dai primo mesi di scuola materna sono pilotati. Divise su divise

Iniziano alla materna e finiscono con l'ultimo giorno di lavoro prima di andare in pensione.

Non so se esiste una divisa pure quando si muore. Posso scegliere tre lavori.

Sto qui per i soldi, poi però il mio istinto di libertà inizia a spingere e sbatto contro i muri dei protocolli.Qui c'è libertà. Puoi fare il direttore di banca con 7000 tatuaggi o incontrare la settantenne con i capelli fucsia. Ma la vita resta  un protocollo da seguire.

Lavoro, lavoro, lavoro; tutto scritto e attenzione a non uscire dai binari.

Ne parlo ogni giorno con persone di altre nazionalità. Ho smessoci parlare con gli inglesi ,ci ho provato, non ti salutano nemmeno. In realtà quei pochi con i quali sono riuscita ad avere un piccolo scambio mi hanno dato tutti la stessa idea: il protocollo:

tutto funziona, ognuno svolge il proprio lavoro al millesimo ma se cade un masso davanti al loro cammino e non è scritto che lo devono spostare non lo fanno.

Don't worry.

Cinque pizze ho fatto e cinque pomodori tagliati a metà ho messo né uno di più né  uno di meno. Frotte di disabili di ogni tipo e dementi anziani.

Un medico italiano mi rivela che qui le coppie giovanissime fanno figli a manetta: 500 pound a figlio fino a che non lavorano e molti hanno tare genetiche da generazioni.

Si sposano tra loro per interesse come nel medioevo.

Nascono figli che poi sono collocati in regge dorate, seguiti, lavati, sfamati ma chiaramente dis-integrati dalla società così come gli anziani.

Lavoro in un distaccamento ospedaliero dove fanno sperimentazione su pazienti dementi.

dopo settimana ero uno zombie. Non devo dire ciò che sento e che vedo.

Don't warry.

Sono otto anni imbocco vecchi e bambini negli ospedali, secondo loro non posso, vengo sgridata: “devono-fare-da-soli-non-ti-preoccupare”. Ma non mangiano.

Non posso cambiare questo mondo ma grido l’amore di essere orgogliosamente italiana. Sono più incazzata di quando sono partita.

Continuo a leggere problemi, immigrati in Italia, politici, appalti truccati e sono rabbiosa perché parliamo tutti ma nessuno di noi riesce la riesce a ripulire una nazione che sarebbe un bellissimo gioiello. Qui non hanno nulla e fanno soldi con tutto, noi abbiamo tutto e ci facciamo rubare i luoghi, la storia, la cultura, la libertà e l’originalità italiana.

Qui un muratore prende fino a duecentocinquanta euro al giorno e le abitazioni sono finte.

Adesso amo ancora di più l’Italia, sono venuta qui a lavorare con sofferenza soffocando la mia persona, rivaluto quello che ho lasciato e vorrei gridare a tutti voi di fare qualcosa, cazzo!

Ho tanta rabbia, sono grigia dentro, sono grigia fuori. Ho perso il profumo del mare e il calore del sole. Ho perso gli amici che sanno darmi un abbraccio. Un amico di Londra mi dice che non hanno emozioni. Un ragazzo di 25 anni mi dice che ha una ragazza che non gli da nulla. Sesso e due bevute il sabato sera, durante la settimana non si salutano nemmeno se si incontrano. Non saranno tutti così ma io qui non conosco altre realtà.

In Italia ho ancora debiti e il terrore di ritornare ma comunque non sarebbe possibile per me mettere radici qui. Parliamo di genio italico: le nostre maestranze le nostre capacità, la nostra originalità qui non contano, non servono, non le vogliono.

Scrivo a te, Lucio, e scrivo a chi ha il coraggio di iniziare un tam tam per una specie  di rivoluzione. Da qui assisto ad un paradosso inaccettabile

È assurdo il patrimonio italiano che si sgretola sotto i nostri occhi e che non riusciamo a difendere insieme con la nostra dignità e alla capacità vivere degnamente l'unica vita che abbiamo.

Scendero' prima o poi; spero ancora in qualcuno che possa darmi una minima occupazione per godere della mia terra anche se sarò ancora più incazzata di quando sono partita.

Non è coraggio mollare tutto, non lo è mai.

Per i giovani è una scelta talvolta obbligata ma, credo, spensierata e proficua per noi che siamo molto meno giovani è disperazione non coraggio. So solo che sto ammuffendo e che non potrò restare qui lungo,

Non è stata una sconfitta rientrare ma per me oggi lo è stato partire si che è stata una sconfitta

Riconosco che questa esperienza mi ha devastata dentro ma resto tosta seppur devastata.

e solo io so quanto. Forse amo troppo quello che la mia grande famiglia mi ha insegnato e non voglio perdere qui tutta la mia voglia di fare, dare, amare e qui ormai non sono altro che uno dei loro “anziani”.

 

Simonetta Navarra

 

Grazie anche del contributo di Alberto Brozzi per averlo riscritto.

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Commenti

22/06/2015
21:47:40
Per te (inviato da Gianna)
Grande Simonetta, hai reso visibile il tuo tormento interiore. Ad Maiora amica mia
21/06/2015
01:20:40
Brava (inviato da Catia)
Complimenti.. La sua sensibilità mi ha sconvolto. Le auguro le cose più belle di questo mondo.

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