L'appuntamento è al distributore sulla Cimina, sopra le caserme. Diverse auto insieme ad un mezzo blu a ruggine portante non ben definito, si ritrovano puntuali (stranissima questa cosa) e dopo due rapidi "ciao nì, "come butta", "ahò che piacere"," e tu che ci fai?" "zeffero dai vieni pure tu.." si muove per strada montagna, il bivio superiore che collega la Cimina a San Martino.
Appena entrati sulla SP80 c'è un fontanile antico sulla sinistra di quelli con uno spiazzo per pic-nic, alberi secolari, profumo di bosco e acqua che scorre sul peperino.
Un tornante sulla strada divide bosco da bosco e civiltà da barbarie.
Quello che ci si presenta di fronte è sconvolgente. Ogni sorta di nefandezza, di deiezione, di rifiuto industriale e/o casalingo, e poi sterro, lavandini, scheletri di macellazioni di mucche, carte di credito rubate, perizomi, e plastica, tantissima plastica, di quella che non scompare mai.
Siamo una ventina, arriva anche l'assessore Andrea Vannini che dimostra di avere stessa energia dei civici presenti. Si raccoglie rapidamente la vergogna prelevabile con i nostri mezzi.
Questo posto, fuori città è di competenza della provincia, la stessa Provincia che riceve gli introiti delle multe fatte in città e che dovrebbe curarsi del resto.
I civici con pala, rastrelli, buste e guanti si aiutano, raccolgono, aggregano e stivano su quel mezzo blu, improponiblie, ma adeguato allo scopo e assolutamente funzionale. Arriva anche il caffè da Viterbo, è ancora caldo.. un'ora di lavoro, rastrelli, buste, corde, chiacchiere e risate (tante), fatica e sudore (pochi in realtà, perchè l'unione fa veramente la forza). Ancora due risate, foto ricordo e poi via, a passare un sabato con i cari.
Una signora passa e ringrazia, altri si fermano con le auto. Un'altra signora passa, torna indietro, ripassa, si chiede qualcosa e alla fine scende per chiedere. E ringrazia caldamente.
Rimane la gioia del risultato e l'amarezza profonda di chi non percepisce i danni creati da un gesto stupido e barbaro.
Dicono che quello che facciamo non serve a nulla, che tutto rimarrà com'è, che gli incivili saranno sempre di più. Sarà anche così ma allora perché ogni volta che ci salutiamo siamo sempre più felici di ciò che facciamo?
Forse perché il contatto con barbarie serve solo a riconoscere le persone degne di questo nome.
Al prossimo attacco..