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Viterbo Civica risponde al consigliere Scorsi

Il consigliere di Viterbo Christian Scorsi, affida a un giornale locale il suo disappunto per i toni esasperati dei cittadini durante la riunione della prima commissione, in cui si sarebbe dovuto discutere della richiesta di un referendum per la privatizzazione dell’acqua.
Il consigliere Scorsi non si dovrebbe meravigliare se i cittadini hanno rumoreggiato in sala e neppure dovrebbe cadere dal pero nel rendersi, improvvisamente, conto che l’indignazione popolare non rispetta più le sedi istituzionali. Quello che è successo non è altro che la conseguenza naturale dell’assoluta mancanza di rispetto che le istituzioni hanno avuto nei confronti di 3462 persone.

L’atteggiamento degli amministratori ha messo prepotentemente in luce tre fattori:

1) Il Risultato ottenuto. L’opinione di 3462 cittadini per l’amministrazione comunale di Viterbo non conta nulla.

2) Il Tempo. La richiesta è stata bocciata a poche ore dalla scadenza del termine. Eppure le firme sono state depositate il 19 ottobre, ci sarebbe stato tutto il tempo utile per discutere della questione, perché ridursi all’ultimo momento? Forse perché a nessuno interessava il volere popolare di 3462 cittadini?

3) Il Modo. La proposta è stata respinta per un cavillo burocratico. Siamo in attesa di vedere il documento ufficiale in cui venga attestato che per raccogliere firme serva un notaio al seguito, ma siamo anche in attesa della giustificazione che troveranno per spiegare come mai inizialmente il Comune avesse dato l’avallo, giacché si poteva firmare anche negli uffici comunali.
Vorremo inoltre che ci fosse spiegato perché solo dopo la dichiarazione su un social network di un rappresentante comunale, il quale ha dichiarato pubblicamente che avrebbe fatto di tutto per impedire che il comune non buttasse dalla finestra i soldi per il referendum, hanno tirato fuori dal cappello a cilindro la giustificazione che le firme raccolte non avevano valore legale?


Vorremmo infine suggerire al consigliere Scorsi, che prima di pretendere rispetto, dovrebbe egli stesso imparare a rispettare i cittadini che rappresenta, la sua frase: “Il sentimento dei cittadini, che in buona fede hanno firmato, va rispettato”, a parer nostro sottintende che le 3462 persone che hanno firmato (anche negli uffici comunali), agli occhi del consigliere non sono altro che degli ingenui e sprovveduti sempliciotti.

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