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8 Bicester Road

Un anno, un’esperienza all'estero, una storia come tante, nulla di nuovo. 
Non sono la prima né tantomeno l'ultima che decide di partire e andare in una terra lontana a cercare un lavoro. 
Il lavoro. 
Ogni giorno si sente parlare di persone (soprattutto giovani) che vanno fuori in cerca di un futuro che qui in Italia sembra ormai una parola priva di significato, vista la difficoltà che tutti troviamo a esprimere le nostre capacità. Non è di questo che voglio parlare né tantomeno della mia esperienza. Non è semplice raccontare esperienze, sono convinta che vadano vissute e ogni vissuto ha le sue variabili, che sono date dalla singolarità di ogni essere umano, sì perché ognuno di noi è unico. 
Ogni persona ha un suo vissuto, le proprie paure, le proprie competenze, i propri pregi e difetti e proprio per questo rispetto ogni scelta, ogni pianto, ogni paura e ogni vittoria. 
Quello che so è che alla mia età le cose sono ancora più complicate. Adattarsi a idee, clima o altro e tutto ciò che ruota intorno a una cultura e uno stile di vita che non mi appartiene è stato veramente difficile. I giovani hanno uno spirito sicuramente diverso, ma anche loro hanno lo stesso difficile cammino con la differenza che riescono a sgomitare tra usi e costumi con i loro sogni privi di esperienze già vissute e sanno come uscire da giornate difficili e grigie con la grinta e la lucidità che solo la gioventù regala. 
 
Un anno vissuto intensamente sotto ogni aspetto, adattabilità a mille. Difficoltà tante, ogni giorno una sfida, notti insonni a rincorrere pensieri che non smettono di correre, tante emozioni e paure difficili da condividere ferme li dentro, pronte a esplodere senza trovare il canale o la via per farle uscire. Il mio essere profondamente emotivo ha subito fortemente tutto ciò cercando di trovare un senso e una ragione a queste forti scosse che giornalmente hanno tolto alla mia persona equilibrio. 
E' stata una guerra continua, un continuo cercare equilibrio e provare a superare le tempeste emotive che le giornate mi proponevano. 
 
Ora dovrei parlarvi di 8 bicester road, il mio indirizzo, la mia camera, la mia casa. Stessa cosa. Non si può descrivere chi s’incontra dentro casa, gli odori, i colori, le difficoltà, e tanto altro, ma nonostante ciò si è creato uno stile di vita all'interno della casa e degli abitanti che ha fatto sì che tutto ciò accadesse. 
Un hobby, il colore, la libertà. 
Libertà che in Inghilterra si manifesta esternamente quando in realtà non è un popolo libero. Tutti dalla nascita fino alla morte seguono dei protocolli scritti e riscritti, collaudati e funzionanti e tutto fila, ma... non è un popolo libero come sembra.
 Dietro la loro maschera di libertà ci sono regole che legano mani, piedi e soprattutto teste e tutto ciò non fa parte della mia cultura. 
Proprio ciò che mi mancava... la libertà. 
Non mi sono mai sentita libera come ora e credo che dopo un anno posso dire di aver preso consapevolezza del significato di questa parola. Mi sento libera. Ho giocato a mio favore ed ho provato a sfruttare quest’apparente libertà cucendola sul mio essere pensante e libero e sento per la prima volta la voglia di mettere a nudo la mia essenza, i miei sogni e tutto ciò che ho in testa e nel cuore senza alcun freno e lentamente negli ultimi mesi prima del rientro, questa voglia è cresciuta fino al punto di voler manifestare pubblicamente cosa provo, chi sono, come vivo le emozioni e cosa vorrei per la mia Italia, per la mia città, per gli amici. 
 
Ho acquistato abiti nei mercatini, il mio hobby preferito, scegliendo colori, forme, osando proprio come osa il popolo inglese e ho trascorso il mio tempo libero divertendomi andando da un mercatino all'altro, pensando a un amico che poteva indossarli o abbinando il colore o la forma a una cosa a me cara. 
Ogni abito rappresenta un valore, una persona, un ricordo o un momento particolare
Un giorno poi mi sono resa conto che nella mia camera non c'era più spazio, che la mia collezione stava diventando qualcosa di diverso e li ho dovuto iniziare a pensare seriamente a cosa fare con tutto quel colore. Li ho pagati pochissimo, sono pezzi unici anche molto belli, evvai se li propongo al mercato italiano, forse posso sperare di avviare qualcosa che mi permetta di ricavare soldi e rientrare in Italia ... e nasce 8 bicester road.
 Il logo. 
 
Non ero circondata da abiti ma da emozioni. Non ero circondata da colori ma da persone che mi hanno consigliato, hanno giocato, hanno indossato, hanno sognato e tutti insieme abbiamo condiviso pomeriggi di scatti fotografici divertendoci a inventare, truccare e ridere mostrando le nostre paure ed emozioni. 
Gli abiti hanno fatto un miracolo, sono diventati il filo comune di pomeriggi di risate e non solo. La condivisione delle serate ha fatto si che un filo rosso ci unisse al di la delle risate e le serate trascorrevano tirando fuori cose che si confidano solo agli amici del cuore. L'ultimo arrivato entrava si sedeva e già era dei nostri. L'aria e lo spirito della casa muovevano animi e le serate diventavano profonde e serie. Uno stile di vita di condivisione... unico e irripetibile.
 
Voglio mostrare gli abiti, casualmente senza tanti fronzoli, nella loro essenza proprio come li ho visti e fatti indossare a chi ha voluto giocare con me. Voglio tirare fuori le mie idee e le mie emozioni facendo partecipe di ciò chiunque voglia venire a vivere un pomeriggio diverso tra colori, moda, musica e tante emozioni. Voglio che le emozioni che ho immagazzinato escano attraverso gli occhi di chi vuole indossare i miei colori. Voglio che chiunque porti i miei abiti possa lasciare il proprio pensiero a chi decide di sedersi a guardare, in silenzio senza giudicare. Voglio che ogni colore rappresenti un sogno, un ideale, uno stile di vita e non solo. Voglio rappresentare ciò che ho dentro e solo così posso far capire cosa è stata questa esperienza... solo attraverso le emozioni. Voglio vestire chiunque. Abbattere ogni canone della bellezza classica di modelle o modelli, lascio spazio a chi non l’ha, a chi lotta per un ideale o per un sogno.
 
La LIBERTA'. La liberta che sento di esprimere e mostrare ciò che siamo, ciò che sono senza paure.
 
Scrivere cosa accadrà il 24 aprile non è semplice, ma so che ho voluto questa cosa e comunque vada per me, aprire la porta e lasciare che le persone si siedano a osservare sarà già il raggiungimento del mio sogno. Il resto non ha importanza voglio fortemente portare in pubblico tutto ciò pur non essendo un’esperta di moda, eventi, regie, luci suoni o quant'altro serve per far si che un evento riesca.
 
Da due mesi che scrivo una scaletta, ma non serve scrivere. Un evento che non ha una traccia vera e propria, dove la fantasia e l'improvvisazione la faranno da padrona, affiancata da una compagna di avventura, Maria Cristina Guardenti, che sposa la mia idea e che vede tutto ciò come un progetto unico e irripetibile, o forse ripetibile proprio perché unico.
 
Per tutto ciò invito chiunque voglia provare a condividere con me Il mio sogno a contattarmi. Non ho paletti di nessun genere vesto emozioni e insieme porteremo emozioni a chi sceglierà di dedicare due ore del suo tempo a sedersi e stupirsi.
 Ho esposto l'idea e ho avuto consenso da ogni conoscente e amico. Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno accolto l'idea bizzarra che ho avuto e hanno messo il loro tempo e le loro competenze a mia completa disposizione. Sono tante e non solo amici. Non sono brava e potrei sicuramente dimenticare qualcuno. Sarà per me un piacere mostrare i loro volti e farveli conoscere durante la manifestazione. Credo che al di là di nomi e ringraziamenti ci siano persone, occhi e sorrisi che vorrei avere al mio fianco il 24 aprile.
 
Onorata di essere stata la protagonista di quest’anno della mia vita, di aver fatto parte della grande famiglia che risiedeva a 8 bicester road che, non è solo una via ma un’officina di idee ed emozioni che non dimenticherò mai.
 
Simonetta Navarra 

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