Come si dice? “A caval donato non si guarda in bocca”. Non ci si lamenta dei regali. E a vedere quello che abbiamo visto oggi, si presume e soprattutto ci si augura che non siano stati spesi soldi pubblici per questo capolavoro di arte contemporanea. Siamo sulla SS675, quella che per tutti i viterbesi è “la superstrada”. Tratto Vetralla-Viterbo direzione Viterbo. La segnaletica orizzontale è stata rifatta. Bene. No, male. O meglio, come al solito in maniera superficiale. All’italica maniera verrebbe da dire. Ci accorgiamo che oltre all’asfalto sono state dipinte anche le piantine che spuntano dai new jersey di cemento. Ovviamente perché nessuno prima si è preoccupato di fare un sopralluogo e far intervenire una o più squadre per provvedere alla rimozione delle erbacce. A quanto sembra da una prima ricostruzione, gli operai addetti alla verniciatura si sarebbero anche posti il problema, ma attualmente vige una sorta di terrorismo psicologico per colpa del quale nessuno si azzarda a chiedere niente o a sollevare obbiezione alcuna per paura di perdere il lavoro. Se le cose sono andate davvero così, non biasimo questi operai. Semmai condanno senza possibilità di appello chi non vigila, chi non fa il proprio lavoro con coerenza e coscienza: era davvero così difficile percorrere quel tratto di strada e per una volta, una sola, fare le cose per bene? No che non era difficile. Ma il lassismo regna sovrano quando si tratta di res pubblica. Non durereste due mesi in un’azienda privata! E così ci ritroviamo davanti ad uno spreco inutile perché diciamoci la verità: nessuno di noi pensa davvero che il lavoro, dato che è stato fatto male, non verrà pagato. Ci torna in mente quando, pochi mesi or sono, venne rifatta la segnaletica orizzontale a Viterbo e ci ritrovammo verniciate anche le buche. Situazione simile, è vero. Ma non identica: rifare il manto stradale è decisamente più dispendioso sia a livello economico che temporale. Non un bell’esempio di lavoro fatto bene, ma almeno l’urgenza in quel caso giustificò la mancanza. Io qui non trovo giustificazione. NESSUNA. Se non che il lavoro sia stato fatto gratis… Scommettiamo?
Alessia De Rubeis