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A piazza del Sacraio: buio a intermittenza

Avevamo già capito che a Viterbo si brancolasse nel buio, ma non credevamo fino a questo punto. Addirittura il buio a intermittenza come nelle migliori discoteche anni 80. Venghino siori venghino. Sacrario. Quartiere ormai quasi allo sbando. Non è certo una novità che tutta la zona non è, per così dire, in mano alla legalità. Eppure quasi nessuno si è accorto che fin dall’inizio di Caffeina tutto il parcheggio è totalmente al buio. E’ d’effetto, per carità. Dà quel tocco poetico che con il palazzo papale sullo sfondo riesci a fare invidia pure a Leopardi, ma forse è anche pericoloso. L’unica fonte di luce è l’edicola dove si paga il parcheggio. Ma non sempre. A giorni alterni, in una modalità “spending review” de noartri, i lampioni tornano a fare il loro mestiere: accendersi col buio. Ma non al tramonto, come logica vorrebbe. Bensì ad orari casuali della notte. A volte alle 23, altre volte all’una di notte. Così. Con lo stesso filo logico delle feci di una mosca. Si dirà che con o senza luce, se un malintenzionato vuole aggredirti, da quelle parti ha vita facile. Va bene. Ma perché semplificargli il reato? Mettiamo una ragazza vent’enne, da sola che viene violentata. A chi diamo la colpa? Ce ne siamo accorti noi, facendo semplicemente due passi. Possibile che non ci sia stato nessuno tra coloro che avevano il potere di fare qualcosa per ridare senso ad una così semplice da gestire? Continuano a caderci le braccia. Speriamo soltanto quelle. Possibile che non ci sia stata mezza persona che si è accorto di qualcosa?
 
Alessia De Rubeis

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