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Distruggo, quindi sono

Qualcuno li chiama fascisti. Qualcuno comunisti. Come se quei tizi avessero non dico una qualche ideologia, ma anche solo qualche idea.
Intendo dire: qualche idea su come vorrebbero il loro Paese e il mondo.

Il problema invece è che proprio non ne hanno nessuna, neanche la più pallida. Combattono la loro carsica guerra in nome di niente. Per loro la guerra è il fine, non il mezzo. Perché un altro fine non c'è.

Hanno il vuoto dentro, ma anche definirli nichilisti è troppo nobilitante, troppo elaborato. Semplicemente, hanno il nulla dentro.

A me dispiace, per loro. Certo, per quelli a cui hanno distrutto il negozio o la macchina, ma anche per loro. Vivere con il vuoto dentro è solo un esistere day by day, un prolungamento biologico del nulla. Un nulla da riempire con il casino, con la guerra, con le mazze, soprattutto con i media che riprendono i danni che hai fatto.

Sapete, ne hanno presi un paio perché erano tornati, "in borghese", a vedere i danni che avevano fatto. Non è l'assassino che torna sul luogo del delitto. È l'anima vuota che va a riempirsi dell'effetto dei suoi gesti. Per essere sicuro di esserci. Di avere un'identità.

Ho distrutto, quindi sono.

Alessandro Gilioli (Articolo originale pubblicato su L'Espresso)

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