In questo sito non vengono utilizzati cookies per raccogliere informazioni personali in modo diretto ma alcuni elementi di terze parti potrebbero anche utilizzarli.
Cliccando su "approvo", navigando il sito o scorrendo questa pagina confermi di accettare i cookies
(che ricordiamo possono essere sempre disabilitati dalle impostazioni del tuo browser).
Leggi come vengono utilizzati i cookies su questo sito - Approvo

Il livello delle discussioni sulla politica

Leggevo la considerazione di un giornalista riguardo il livello delle discussioni sulla politica.
E non tanto da parte di chi la pratica o di chi ne scrive per mestiere, ma anche di chi la osserva da esterno spettatore.
Mi verrebbe da chiedermi se una parte di colpa non ce l'abbiano anche i giornali.
Spesso e purtroppo, infatti, scrivono quello che detta loro la linea editoriale della proprietà, linea spesso asservita a logiche di pura economia.
E così si cerca di non scontentare lo sponsor, di non scontentare il politico che passa informazioni di prima mano, di non scontentare il partito che contribuisce al sostentamento anche economico della testata.
E per ultimi i lettori che sempre più spesso, con le loro preferenze, fanno da ago della bilancia sulla linea editoriale da seguire.
Non esiste, almeno è mia opinione, un giornale veramente libero.
E il giornalista che vuole comunque vivere del suo mestiere, a volte si trova costretto a calpestare le proprie idee e accettare di portare le notizie nel modo in cui vuol portarle il direttore o l'editore.
Così, se serve, si butta alle ortiche, denigrandolo o ridicolizzandolo, un personaggio che a qualcuno fa comodo buttare giù dalla torre e nello stesso tempo si porta in gloria quel personaggio che invece può, a vari titoli, portare consensi e magari vantaggi economici alla testata.
E così si appoggia totalmente una campagna pubblicitaria di un'evento temporale dimenticandosi di pubblicare altre notizie che magari fanno meno comodo.
Ora, se è vero che siamo incompetenti delle cose politiche e dei misteri giornalistici, è pur vero che non siamo completamenti ciechi, che un poco sappiamo leggere, che notiamo un consenso verso alcuni personaggi piuttosto che verso altri.
Ci può stare, è nell'ordine delle cose.
Triste è invece quando trovi chi vuol mettersi in cattedra e suggerirti il suo pensiero oppure far passare il messaggio che se non pensi come lui, sei sicuramente nel torto o quantomeno occupi un livello di pensiero molto basso.
Avrei potuto scrivere che una penna nel taschino non fa necessariamente un giornalista, una macchina fotografica non fa necessariamente un fotografo, un'automobile un pilota, un cervello uno scienziato.
Io sono libero, nella mia pochezza, di scrivere ciò che penso in quanto il mio pensiero, appunto, non tocca interessi di qualcuno piuttosto che di altri.
Non vivo dei miei deliri letterari, anche perché farei la fame, non devo accontentare direttori o editori.
E se anche il mio vedere la politica è di un livello molto basso, questa bassezza è comunque dovuta alla mia libertà di pensiero.
Giusto o sbagliato che sia.

Photogallery

Commenti

Lascia un commento

Loading...
0