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Le donne benedette dagli Dei

Dice…”Elda, scrivi qualcosa per il numero zero di ViterBox!?” Ci penso su due secondi ed esclamo entusiasta:.”Perché no!... Per quando?”  “Per venerdì: nuova avventura”… ma è giovedì, penso… Però le avventure mi piacciono:e  ancor più le sfide.

Eccomi qua. Faccio mente locale su un’emozione importante e recente da condividere, per aprire questo mio spazio: senza andare troppo lontano, assaporo ancora quella inebriante di domenica scorsa, 8 marzo (festa della donna, per i più…)

Sono teatrante, per passione o per lavoro da quasi cinquanta anni (la foto a fianco è del febbraio ’66, Teatro dell’Unione…) perciò vi sto parlando di uno spettacolo: in particolar modo, questo è uno di quelli curati da me per i miei ragazzi del gruppo “Teatro di Carta”, replicato domenica scorsa a Caprarola, nel meraviglioso spazio delle Scuderie Farnese.

E’ bastata una telefonata agli amici di “Quelli del Martedì” per condividere lo spazio scenico, poi all’Assessore alla Cultura Simone Olmati, per l’approvazione formale del “momento dedicato alle donne”: e senza alcun problema, con immensa lungimiranza, in pochi giorni si è organizzata la pomeridiana (a ingresso libero!) non per l’amicizia che mi lega alle compagnie caprolatte … ma per la disponibilità loro e dell’amministrazione verso tutti i giovani che vogliono fare cultura con il teatro, la musica, l’arte.

La sala era piena: e ci ha fatto particolarmente piacere raccontare scenicamente quello che proverò a riassumere, per chi non c’era.

Ci sono cose che nel tempo non cambiano: mai sono cambiate nei secoli e così rimarranno nei millenni futuri. Se l’intelligenza dell’uomo gli permetterà di vedere avanti a sé ancora per qualche millennio… (cosa della quale dubito: lo spettacolo aveva una canzone di chiusura meravigliosa!)

    Sono i misteriosi equilibri che regolano i rapporti di guerra o di pace tra i popoli, di armonia e di rispetto fra le diverse religioni, di collaborazione tra i due sessi.

   A vent’anni avrei citato forse Kierkegaard, Gandhi o Lennon, per parlare di questi esistenziali argomenti: non vi sembri strano se oggi, passati già i cinquanta, cito le parole di Fedez (un giovane che rappa con delle “è” davvero troppo aperte… ma dai testi più che interessanti: anche per quelli più attempati!)  il quale canta  “… non c’è prospettiva senza due punti di vista”.

Questo dice alla sua ragazza, nella sua ultima canzone. D’amore.

   Che problema c’è ad essere diversi!? Ad avere due punti di vista?!…  un uomo e una donna, un bianco e un nero, un cristiano e un musulmano, uno spartano e un ateniese (dell’antica Grecia) ?!

      Essere tutti uguali, concordi, fermi nelle nostre certe e invariabili similitudini, porterebbe solo alla stallo. Alla morte. Senza crescita, senza dialogo, senza confronto … senza due diversi modi di vedere non ci sarebbe prospettiva futura di crescita.

Mancherebbe uno stimolo esterno a noi che ci faccia riflettere.

   In pittura e architettura, poi (…se vogliamo analizzare la frase in senso tecnico e non politico) la prospettiva è sinonimo di profondità, veridicità. Concretezza. Conoscenza.

   C’è qualcosa che ci rende più ricchi e più liberi della conoscenza?

E in fondo solo questo è quello che chiede Lisistrata (“colei che scioglie gli eserciti”, questo significa in greco il suo nome…) agli attoniti guerrieri di tutta la Grecia “…uomini, vi facciamo una proposta: ascoltateci! Dateci attenzione, non doni, per amarci… Provate a vedere la vita dal nostro punto di vista, noi che dal vostro sbirciamo la vita, senza togliere a voi i vostri meriti e le vostre glorie, attribuiti dalla storia… Non viviamo in contrasto, ma in collaborazione: perché un uomo non è superiore a una donna e una donna non è superiore a un uomo. Siamo due esseri diversi che nell’universo hanno senso se non si fanno guerra: perché nessuna guerra ha mai un senso!”

           Ecco come, secondo me, dopo tanti secoli è ancora così fresco e attuale il testo di Aristofane (che non credo se la sia presa troppo per l’accostamento al tatuatissimo rapper milanese…)

Amando immensamente le contaminazioni, ho riscritto il testo di LISISTRATA (epurato dai pruriginosi doppisensi) anche con citazioni di Sun Tzu, leggendario personaggio del VI secolo a.C. celebre nei tempi per il suo trattato militare straripante principi universali applicabili in tutte le situazioni della vita, perché fortemente etici prima che bellicosi…                                                                  E mi sento di dire che la sua “L’arte della guerra” sia il miglior libro che una pacifista antimilitarista incallita come me abbia mai potuto leggere:  per non dimenticare come il peggior nostro nemico è quello che vediamo mettendoci davanti allo specchio …  e soprattutto che “la miglior battaglia è sempre quella che si vince senza combattere.”              

 Non ho mai amato le "feste comandate": meno che mai quella degli innamorati, della mamma, della donna... perché sono cose che non si "fanno" indossando un ruolo, ma son cose che si è. O non si è. 

Ogni giorno.
La mia idea di 8 Marzo, in fondo, può essere sintetizzata nelle parole che ho voluto mettere in bocca alle donne e  agli uomini dei cori, nella chiusura dello spettacolo di LISISTRATA:  

"Insieme: donne e uomini... perché sempre più bello, facile e fecondo, è l'ascolto / e il cammino: senza pregiudizi né competizioni / essendo se stessi, senza inutili emulazioni! / Sì, donne: perché sciocco è che facciate gli uomini... non dovete sostituirci, dobbiamo affiancarci... / Le donne, madri e mogli e amanti e sorelle e figlie... tutte siano benedette dagli Dei! /La vostra lezione, che tanto ci ha insegnato, o donne, è ricca di lungimiranza e giudizio."

       Così mi piace festeggiare (ogni giorno) la festa della donna. Con voi.

Elda Martinelli 

 

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