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Ma andate a quel paese!

Ma andate a quel paese.

Tutti, indistintamente.
La corrente di tizio piuttosto che quella di caio.
Siete tutti solamente dei Caino, ma io non voglio essere l'Abele di turno.
La corrente ve la darei io, quella elettrica, sulla sedia che immeritatamente occupate.
Non è a voi che devo e voglio continuare a rendere conto del mio operato, non è dei vostri sporchi giochini che voglio rendermi complice e immobile spettatore.
Sono stato eletto dalla maggioranza dei Viterbesi, da quelli che hanno alzato il culo dalla poltrona e che si sono presi il disturbo di entrare in un'urna a manifestare la loro preferenza.
È a loro che devo rendere conto del mio lavoro.
E anche a quelli che di solito preferiscono starsene a casa e non votare ma che poi pontificano, criticano, sbeffeggiano, dissentono.
Ma si, anche a quelli.
Non voglio essere ricordato come il capo di un'amministrazione che ha avuto più opposizione al suo interno che nella minoranza.
Non voglio essere ricordato per aver guidato una massa di incapaci dediti solo all'inseguimento di un posto al sole e che in nome di questo ha sacrificato un'intera città e le aspettative degli elettori.
Ho una dignità da difendere, ho una faccia che ho messo promettendo ai Viterbesi di lavorare per il bene della città.
Andate a quel paese vecchi politicanti che ancora volete spadroneggiare, fatevi da parte.
Alla fine del mio mandato saranno i miei elettori a giudicarmi, a stabilire se avevano riposto o meno la fiducia nella persona giusta.
Voglio mantenere le promesse fatte, voglio girare per la mia città ricevendo sorrisi e apprezzamento piuttosto che mugugni e aperto dissenso.
E chi vuole seguirmi su questa strada è bene accetto, gli altri andassero a quel paese.
Questa gente, questa città, non meritano di assistere quotidianamente alle nostra stupide lotte, non meritano di vedere questi teatrini dove alla fine sono tutti contro tutti, dove anche le pulci tossiscono mettendoci bocca e alimentando il malumore.
Questa gente si aspetta che manteniamo fede agli impegni presi, che lavoriamo efficacemente per il bene comune e non per la nostra smania di protagonismo, per la nostra voglia di apparire.
Magari con comparsate al fianco di Pippo, Pluto e Topolino.
E purtroppo anche di Gambadilegno, perché questa è la coalizione che abbiamo creato, con persone mai così distanti fra di loro.
Da domani si cambia, chi vuol darsi da fare mi segua, gli altri affan..lo!

Così ha parlato il mio sindaco.
Ma poi la sveglia ha suonato.
Un sogno? Un'incubo?
O forse solo una speranza?
Non ne ho idea, ora mi sveglio e poi lo scoprirò.

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