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Provinciali, il laboratorio della vecchia politica

Di Roberto Pomi.

Tranquilli il 3 maggio potremo tutti andare al mare. La democrazia è diventata una roba comoda, che gestisce la gente che già sta nel palazzo. E’ la riforma Delrio, bellezza! Ma non saremo risparmiati dei soliti teatrini della politica. Non c’è il nuovo che avanza ma gli avanzi del vecchio ancora da smaltire.

Una premessa è d'obbligo chiamare elezioni queste provinciali è qualcosa di quasi ridicolo. Nessun cittadino della Tuscia, così come accaduto e sta accadendo nel resto D'Italia sarà chiamato al voto. Una riduzione della democrazia, dettata dalla riforma Delrio.

In poche parole ci hanno venduto per riduzione dei costi il taglio del sommo atto della democrazia: il voto. E in nome del risparmio non ci permettono di scegliere i rappresentanti degli enti provinciali. “Dura lex sed lex”, dicevano i latini. Amen.

Ma nonostante tutto la politica locale non ci ha risparmiato niente dei soliti teatrini della vecchia politica. Quella senza progetti, senza idee, senza prospettive ma sempre bella gonfia di spartizione del potere, posizionamenti, vasi comunicanti tra palazzi, equilibri e roba varia e avariata.

Il fatto più sorprendente di questo giro sembra essere la lista ‘Moderati e riformisti – Cambia la Tuscia’. L’annuncio del cambiamento c’è, non è ancora chiaro per quali vie del Signore questo dovrebbe passare. Sta di fatto che abbiamo assistito a scene turche: la nascita di una lista che gli informati danno come figlia del pensiero fioroniano. Insomma uno dei big del Partito Democratico viterbese che ispira una lista altra. A favore del Pd? A favore di Mazzola, che pure la lista stessa sostiene?

In linea teorica dovrebbe essere così. Ma c’è già chi legge in questa lista di “democrazia fioroniana” il tentativo di mettere sotto schiaffo il futuro presidente della Provincia. Come? Con una chiara opa dell’ex ministro sul nascente consiglio. Fioroni punterebbe a eleggere un paio di consiglieri suoi dalla lista Pd e un paio tra i “moderati e riformisti”. Se l’operazione andasse in porto avrebbe un terzo dei dodici consiglieri provinciali.

Ma la cosa che più ha messo dei punti interrogativi è la serie di annunci, a mezzo stampa, di fare di questa lista un grembo materno dentro cui far nascere un nuovo soggetto politico. Soggetto di cui dovrebbe diventare presidente il sindaco di Viterbo Leonardo Michelini e di cui si dovrebbe presto costituire una segreteria. Avete capito bene: un nuovo partito, o qualcosa del genere, esterno al Pd ispirato da un big dei democratici. Sul piano logico formale ci ravviserebbe un cortocircuito. Sul piano politico invece tutto funziona, si chiama strategia.

Ma tutto questo che cosa ha a che fare con la crescita del territorio? Che cosa ha a che fare con programmi, progetti e idee funzionali a costruire un benessere collettivo? Poco, molto poco. Forse anche niente. E’ la solita vecchia politica, trita e ritrita. La solita vecchia politica dei rapporti di forza, dei lacci e laccioli. Ma anche quella dell’assenza di partiti veri, di dibattiti veri. La presa di posizione dei consiglieri Chicco Moltoni e Sergio Insogna sembra confermare.

In attesa di vedere davvero il nuovo che avanza dovremmo ancora cibarci degli avanzi del vecchio.

- da lafune.eu -

 

 

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Commenti

17/04/2015
09:38:02
Bravo (inviato da lauro)
Questo ragazzo promette. Bravo direttore. Finalmente una voce fuori dal coro di giornalisti al soldo dello spot pubblicitario pi? pagato.

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