La "macchina" è partita.
E quando a Viterbo dici " macchina" è comprensibile a tutti a cosa ti stai riferendo.
È partita per il suo viaggio più lungo, per andare a rappresentare in una fiera aperta al mondo la tradizione, la cultura, l'amore di una città, di un territorio, verso la propria Santa.
Ma del resto è già più di quello che potevamo sperare.
Ci auguriamo che venga esposta nel migliore dei modi, che venga affiancata, e sicuramente lo sarà, da strumenti atti a cercare di far capire quale emozione crea il suo movimento, il suo passaggio per le strette vie della nostra piccola città.
Quali emozioni le sue fermate e le sue ripartenze, quali emozioni a ogni "sollevate e fermi", alle sue girate, al suo apparire maestosa e svettante sopra i tetti delle case.
E quali emozioni ci regalano quegli uomini, veri protagonisti quella sera, con i loro gesti semplici ma frutto di prove, di esperienza, di amore, di sacrificio, mentre portano in gloria la nostra Santa.
Per una volta credo che non debbano esserci polemiche, credo che vada comunque tributato un applauso a chi ha voluto, creduto e realizzato un'evento che travalica i nostri piccoli confini.
Buon viaggio a chi esegue il trasporto, buon lavoro a chi si occuperà del montaggio.
Buon lavoro anche a chi, con la sua presenza, cercherà di illustrare e spiegare a occhi sicuramente sbalorditi il significato di quella torre all'apparenza solo immobile monumento.
Grazie anche a quei facchini che dedicheranno il loro tempo a rappresentare l'amore e la devozione di una intera città verso la propria adorata Santa.
Buon viaggio Rosina.