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Riconoscimento ufficiale per Alfio Pannega, la nuova proposta di Viterbo Civica

Nel quinto (ora ottavo) anniversario della scomparsa, Peppe Sini, responsabile del Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo, ricorda con commozione Alfio Pannega, il clochard che scriveva poesie.
Sulla scia del ricordo, l’associazione Viterbo Civica si fa portavoce di un’azione popolare per ottenere un riconoscimento postumo per Alfio Pannega. Sarebbe un gesto carino nei confronti di un uomo buono che amò immensamente la sua città, intitolargli una via, una sala, un parco, una scuola, un locale, Con tutto il rispetto per Mazzini, Garibaldi e Lucio Battisti, ma prima di intitolare strade, piazze e giardini comunali a personaggi che con la nostra storia non c’entrano quasi nulla, non sarebbe il caso di dare un riconoscimento doveroso a questi figli dimenticati di Viterbo?
Non credete che lo meriti?

"Era il più buono degli uomini, uno strenuo combattente per la causa della liberazione dell’umanità e della difesa della natura, un esempio di come ogni persona e l’umanità intera potrebbe e dovrebbe essere: libera, giusta, solidale.

Proprio perché conosceva la fatica e il dolore, conosceva lo sfruttamento e l’oppressione, conosceva la violenza di tutti i poteri iniqui, aveva sempre combattuto contro il fascismo, contro lo sfruttamento, contro la corruzione, contro ogni menzogna e violenza, contro ogni offesa e umiliazione.

Sapeva lottare senza risentimento, senza meschinità, senza incertezze, con il coraggio di chi sa che gli oppressi hanno da perdere solo le loro catene, e con la tenerezza di chi sa che gli oppressi hanno solo la loro dignità, e che combattendo per la loro dignità combattono per la dignità di tutti gli esseri umani, per la liberazione di tutta l’umana famiglia, per la verità dell’intero genere umano così come s’incarna in ogni persona che viene al mondo e che è pur destinata a perire in breve volger di tempo: che si faccia dunque il possibile perché la vita di ogni creatura sia degna e felice, che l’intera umanità si stringa in un unico abbraccio che tutte le persone sostenga, soccorra, conforti: pensava ciò che pensava Leopardi; pensava i forti, i giusti pensieri che solo puoi pensare se insieme sai agire con la tenerezza e con la fermezza dei forti e dei giusti.

Amava la vita di un amore gioioso: per lui tutto era grazia, tutto era gioia, tutto era beltà il mondo vivente: nutriva un amore creaturale per tutte le creature – le persone, gli animali, le piante -, che conosceva di una conoscenza sapiente e savia, empatica ed esatta; conosceva il cuore degli uomini e del mondo.

Era un poeta e un militante – comunista, libertario e nonviolento – del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell’umanità: la sua poesia e la sua militanza erano una medesima cosa, sapeva che tutta la civiltà umana ha questo solo fine: salvare le vite, soccorrere il fragile e l’indifeso, prendersi cura delle persone e del mondo.

Scrisse Einstein di Gandhi che l’umanità avvenire avrebbe stentato a credere che un simile uomo fosse davvero vissuto; e nel suo movimento oratorio questa frase coglie ed ostende profonda una verità; ma è vero anche – è vero anche – che innumerevoli sono state e sono e saranno le persone buone, meravigliosamente buone, buone come il pane, così buone che la loro esistenza è già un miracolo (ma in verità ogni nascita è un miracolo, come scrisse una volta Hannah Arendt la cui parola è infallibile); tra queste persone buone che hanno illuminato la mia vita vi è stato – vi è – Alfio Pannega. Che grande fortuna averlo conosciuto. Qui lo ricordo e lo ringrazio ancora.

La lotta per un’umanità di persone libere ed eguali in diritti continua; continua la lotta per salvare le vite; nel ricordo, nella fedeltà alla testimonianza e al legato di Alfio Pannega la nonviolenza è in cammino."

Peppe Sini

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