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Tutti in vacanza, nessuno escluso!

A volte un post su facebook può essere lo spunto per un articolo di giornale.
Che sia "giornalisticamente" corretto poco importa, quello che conta è condividere una riflessione.
Cosa ha creato di veramente grande l'uso di internet? Ha dato la parola a tutti.


Tutti possono dire la propria, esprimere opinioni, pareri, sentenziare a volte.
È semplice, si è dietro una tastiera e si può essere anonimi persino.
Si è più belli, in foto scelte a puntino, meno soli, con un numero esponenziale di amici virtuali, si è innamorati, con foto dallo sguardo languido, si è colti, con ricerche rapide su google, si è spavaldi, avvicinare qualcuno che ci interessa è quasi un gioco.
La vita reale è certamente un'altra cosa.
La vita vera richiede un mettersi alla prova ed essere davvero sè stessi, che comporta tanta fatica e coraggio. Un guardarsi allo specchio a cui non si è più abituati.


Eppure anche dietro all'anonimato, c'è chi riesce ad essere davvero se stesso, nonostante tutto, perché non c'è internet o schermaglia che tenga di fronte all'essere miseramente ignoranti.
E sono genitori, questo è il vero dramma.
Vivono in bolle di sapone in cui il disabile, il gay, l'obeso, il malato, hanno dei luoghi idonei in cui dovrebbero stare.
Non certo nei villaggi. Se proprio li si vuole ospitare che si avvisi il resto della clientela, con un cartello, con una telefonata, un logo sul sito internet, qualcosa che non disturbi la famigliola felice, di fronte alla quale una carrozzina proprio non sta bene!


In generale quali sono le cose che ci piace fare? La risposta è semplice, sono quelle che ci riescono meglio. Se ci riescono meglio è perché le conosciamo.
La paura ed il senso di inadeguatezza di fronte a ciò che ci è ignoto è comprensibile.
Grandi neuropsichiatri affermano che il lavoro dell'educatore acquista dignità ed è sincero quando quest'ultimo è onesto con sè stesso e con gli altri.


È bene esternare le proprie paure e difficoltà, ciò che non è bene è restare chiusi nella propria ignoranza, farsene scudo, sbattere i pugni sul tavolo e peggio del peggio, educare le menti di domani secondo queste modalità.
È qui che subentra il signor anonimo, di cui  per certo sappiamo soltanto che abbia litigato ormai da tempo con la lingua italiana ed i congiuntivi. La notizia ormai è nota ai più, qualche giorno fa ha scritto un post su tripadvisor per esprimere disdegno per l'eccessiva presenza di disabili in un luogo di vacanza, cosa che ha turbato i suoi bambini tanto da pensare ad un'eventuale strada legale da intraprendere.


È qui, ancora più che nei giochi che rubano la vita reale per darla al virtuale, ancor più che nelle litigate su facebook dove si sfogano rabbie represse, che esce il vero danno: la parola è cosa preziosa ed in bocca o in mano o sulla tastiera di certa gente è letame (da cui non nascono fiori).
L'unico modo per superare una paura, è affrontarla. Certo questo richiede la capacità di rendersi conto che quello che si ha di fronte è un proprio limite. Fatto il salto, niente sarà più come prima. Conosciuto un mondo di sguardi sinceri dove si può essere davvero sè stessi, abbracciarsi e lasciarsi andare senza la paura di non essere perfetti, in ordine, magri, profumati, vestiti bene, con la frase giusta a portata di mano, solo sè stessi, sarà difficile non vedere e vedersi davvero! Senza alcuna retorica, alcune esperienze richiedono solo di essere vissute.
Aprire il mondo e gli occhi dei figli a tutto ciò che li circonda, affinché sia spunto per apprezzare le proprie fortune e prendere ciò che di bello gli altri, tutti, possono donare, aprendosi a loro volta, li renderà grandi uomini nel mondo che li aspetta un domani. 


L'ignoranza e la commiserazione sono il peggiore degli insulti: la vita non è così reale come si crede, non si è pieni di certezze, non è dato sapere come sarà il domani. Prima di affibbiare agli altri l'etichetta di diversi e tristi e isolati è bene ricordare che la direzione delle onde può cambiare e sarebbe opportuno aprire la propria mente, per non diventare vittime di quel meccanismo discriminante, fatto di occhi chiusi e di distanze, che si è contribuito ad alimentare.


Cos'è realmente vivere? Ce lo insegna Iacopo Melio: "esser messi in condizione di fare del nostro destino ciò che si vuole, senza mancare di rispetto a chi ci sta intorno."
E chi non sapesse già chi sia questo ragazzo, può cercarlo su facebook, iniziando così ad usare la rete in modo consapevole ed utile.


Buone vacanze a tutti, nessuno escluso.

Maria Rita Pieri

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